Pubblicata la Direttiva RED III

 

Il 31 di ottobre scorso è stata pubblicata sulla Gazzette Europea la Direttiva (UE) 2023/2413 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 ottobre 2023. Per sua natura una direttiva non è direttamente legge negli stati membri che dovranno recepirla, è una linea guida che ci mostra in un medio-lungo periodo la strada da percorrere per conseguire un obiettivo comune europeo. Nell’immediato non ci impone niente, ma a nostro avviso è di notevole interesse perché ci fornisce un anticipazione su quello che sarà il futuro.
La Direttiva si muove all’interno degli obiettivi del Green Deal europeo, con il quale l’Europa si è data l’ambizioso obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 ed un altrettanto ambizioso traguardo intermedio con una riduzione netta delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 e del piano REPower EU stabilito dalla comunicazione della Commissione del 18 maggio 2022 (piano REPowerUE) che mira a rendere l’Unione indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030.

La dicitura RED III deriva dall’acronimo inglese RED che sta appunto per “Renewable Energy Directive”, in italiano Direttiva sull’Energia Rinnovabile. La prima Direttiva comunitaria sull’utilizzo delle energie rinnovabili risale al 2014, ed era la Direttiva (UE) 2014/53; la seconda al 2018, Direttiva (UE) 2018/2001; siamo quindi arrivati alla terza revisione della Direttiva sulla promozione dell’energia da fonti rinnovabili.
Un aggiornamento importante alla direttiva (UE) 2018/2001 sta nell’aver aggiornato il paragrafo 1 dell’articolo 3, che adesso è diventato:
   1. Gli stati membri provvedono collettivamente a far sì che la quota di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia   dell’Unione nel 2030 sia almeno pari al 42,5 %.
      Gli stati membri si impegnano collettivamente al fine di aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia dell’Unione, portandola al 45 % nel 2030.

Da un precedente 32%, l’Unione Europea si impegna quindi a raggiungere il 45% entro il 2030.
Quest’aggiornamento rappresenta un passo importante verso una futura economia europea a basse emissioni di carbonio ed è evidente come il faro del legislatore sia l’indipendenza energetica.

Un altro fattore importante riguarda la parte burocratica legata alle concessioni ed ai permessi necessari per installare impianti ad energia rinnovabile. Leggiamo infatti nella nuova direttiva una chiara intenzione rivolta alla semplificazione delle procedure per l’approvazione dei progetti. Viene istituito il concetto di “zona di accelerazione per le energie rinnovabili”, definita come un luogo o una zona specifica, terrestre, marina o delle acque interne, che ogni Stato membro designa come particolarmente adatta all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile. In questa zona ogni Stato membro avrà l’onere di approvare i progetti entro 12 mesi. Questa accelerazione mira a ridurre i ritardi burocratici e a promuovere fonti energetiche sostenibili.

Con riferimento all’edilizia invece vengono snelliti i tempi per il rilascio delle autorizzazioni per l’installazione di apparecchiature per l’energia solare, gli stati membri provvedono affinché la procedura di rilascio delle autorizzazioni non duri più di 3 mesi. Se la potenzialità dell’impianto è sotto ai 100 kW, i tempi si accorciano ulteriormente a 1 mese. Interessante come l’autorizzazione venga considerata concessa in caso di mancata risposta da parte delle autorità o degli enti competenti entro il termine stabilito. Stessa sorte semplificativa è toccata alle pompe di calore, gli Stati membri provvedono affinché le connessioni alla rete di trasmissione o di distribuzione siano autorizzate entro 2 settimane dalla notifica all’ente competente per le pompe di calore con potenza elettrica pari o inferiore a 12 kW.

Continuando a leggere la Direttiva, possiamo trovare aggiornamenti e revisioni sia nella parte relativa all’utilizzo dell’energia rinnovabile nell’industria, sia sull’aumento dell’energia rinnovabile e riduzione dell’intensità dei gas a effetto serra nel settore dei trasporti. Interessante è anche l’istituzione della “Banca Dati dell’Unione”. Entro il 21 novembre 2024, la Commissione assicura l’istituzione di una banca dati dell’Unione per consentire il tracciamento dei combustibili rinnovabili liquidi e gassosi e dei carburanti derivanti da carbonio riciclato.

L’entrata in vigore è prevista il ventesimo giorno successivo alla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, che ricordiamo essere stata il 31 ottobre. Il recepimento nazionale, molto probabilmente sarà la revisione (o l’abrogazione) dell’attuale Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 199 ed è atteso entro il 2026.

A conclusione, possiamo confermare come la Direttiva RED III rappresenti un importante ed ambizioso intento comune verso un futuro energetico più sostenibile ed efficiente per l’Unione Europea.